Settimana della Creatività, una scelta di metodo, una scelta d’Istituto.
Avete mai pensato la vostra esistenza senza prendere in considerazione la voce cambiamento? Noi docenti dell’Istituto Guicciardini crediamo che diverrebbe alquanto limitante e stereotipata, noiosa nel ripetersi pedissequo di azioni conosciute. Per questo abbiamo preso la parola cambiamento e l’abbiamo unita a un termine-capacità nobile, creatività. Da ciò è nata La settimana della creatività, una sperimentazione didattica che abbiamo voluto per lavorare con i contenuti disciplinari in modo diverso, servendoci di attività altamente stimolanti e innovative.
“La creatività è senza dubbio la risorsa umana più importante. Senza creatività non ci sarebbe progresso e ripeteremmo sempre gli stessi schemi” (Edward De Bono).
L’Istituto Guicciardini crede fortemente nella ricerca didattica, nel “disordine costruttivo”, perché l’insegnamento ha bisogno di continua energia, di metodi e di strategie nuove e motivanti. Nella prima settimana di febbraio è accaduto quindi che la scuola – nei suoi tre ordini e gradi, nei suoi tre plessi – come solitamente viene organizzata, ha lasciato il posto ad attività originali. L’illustre Francesco Guicciardini è tornato tra noi, con il suo collo di pelliccia e il suo copricapo nero, con il suo pragmatismo e la sua lucida analisi storica, divenendo progetto per cercare di indagare l’identità del nostro Istituto. I versi poetici dell’Iliade hanno preso la voce degli alunni: il Pelide ha manifestato la sua ira funesta, Ettore con il suo cimiero terribile ha detto addio alla sua fedele Andromaca, mentre le ancelle dai lunghi pepli si occupavano del piccolo Astianatte; scudi, elmi, spade e armature sono stati il prodotto artistico di questi giovani alunni. Parlare in lingua inglese è divenuto essenziale per trovare indizi, raccogliere testimonianze tra i luoghi della scuola media e risolvere una crime story dal sapore avvincente: “BEWARE YOUR TEACHERS, THEY CAN BE DANGEROUS!”. Una vecchia scatola piena di oggetti può trasformarsi in una bella storia? Certamente. Basta rimanere in gruppo, farsi contaminare dalla fantasia produttiva e far correre la penna sul foglio bianco. E poi musical, cineforum, teatralizzazione di poesie, clil, coding, tangram, origami, maschere, produzioni artistiche fatte con frazioni e colori, giochi linguistici, matematici e sportivi, visite al museo delle illusioni. Il presupposto infatti è stato che tutti i linguaggi sono necessari per rappresentare la multiforme complessità dell’essere umano. Infine non potevano mancare i progetti legati all’educazione ambientale, perché i nostri alunni lavorano alla costruzione di un mondo migliore e vogliono i “polmoni verdi”.
La sperimentazione è stata quindi più che positiva e ripeterla potrà essere produttivo e proficuo.
Prof.ssa Moira Lilli